venerdì 28 maggio 2010

vederci chiaro

Mi sono soffermato per caso su un ricordo legato a mio padre, uno dei tanti giornalieri. Ero seduto nel banco della classe alle scuole medie. Gli occhiali li avevo rotti qualche giorno prima, distrattamente o per dolo forse, e la loro mancanza mi rendeva impossibile leggere alla lavagna le nozioni che avrei dimenticato la sera stessa. Durante la lezione mio padre entrò in classe, la attraversò col suo passo, così familiare a casa, così estraneo in una scuola. Avvertii lo stupore dei miei compagni, forse poco avvezzi a gesti così teneri, e il mio imbarazzo. A tredici anni si vorrebbe relegare i genitori fuori da quegli ambienti che odorano di ormoni e di voglia di emanciparsi dall'infanzia. Accolsi con un po' di vergogna l'accurata sistemazione degli occhiali risanati sul mio naso e sentii gli occhi di tutti addosso. Finito l'amorevole operazione, mio padre mi chiese se ci vedessi bene. Non risposi, ammutolito ed impacciato, riuscendo solo a fare un cenno che voleva essere di concedo per lui e di liberazione per me. Non sono mai più riuscito a dirgli che, sì, ci vedevo benissimo.

giovedì 20 maggio 2010

sono una persona seria io, anzi serissima



- Un dito satirico infilato nel culo del potere (L'Osservatore Romano)
- Conosco anche il blog: lo sfoglio sempre volentieri. (V. Marini)
- Fondamentale. (Carnalità saffica)
- Il mio computer si sganascia. (S. Hawking)
- Vorrei non essere morto solo per leggere il post-necrologio su di me.(M. Jackson)
- La mia carriera ne è stata sempre ispirata. (M. di Milwakee)
- EEEEEEEEEEEEEEEEEHHHHHHHHH!!!!!(J. il Fenomeno)
- L'ho bruciato appena finito di leggerlo. (J. Hendrix)
- Posso paragonarlo solo ad un culo. (T. Brass)
- Spinoza? Non ridevo così dal terremoto de L'Aquila. - (G. Bertolaso)
- Vorrei una casa con l'affaccio sulla copertina. - (C. Scajola)

martedì 18 maggio 2010

capillari

La lite scoppiò all'improvviso, seguendo il solito copione, alimentandosi man mano di rancore, insofferenze e malumori fino ad allora malamente soffocati. Come sempre la dialettica di lui prevalse dopo poco. Su questo indubbiamente ci sapeva fare, accompagnando ogni stoccata con la sua voce forte, addirittura impetuosa. Il cliché prevedeva l'ammutolimento di lei, ed anche questa volta si ripetette tutto, come dopo l'ennesimo ciak sempre più stanco e debole. Lei era rannicchiata debole e spaurita nel divano, in cerca di una protezione che paradossalmente la rendeva più vulnerabile ed esposta. La rabbia controllata di lui era al culmine, quasi in un esercizio manieristico di dominio. Ma ad un tratto lui sentì un calore liquido scorrergli dal naso sul labbro e giù fino al mento. I suoi capillari si rivelarono la sua parte più debole, in quel momento. Vacillò, impreparato a questo colpo, arrivato inaspettatamente dalla fragilità del suo naso. Si sedette, spaurito e un po' imbarazzato. Lei accorse, immediatamente, così come le dettava l'istinto. Prese un fazzoletto e lo premette con delicata cura sul naso ferito. La prima frase che disse, dopo qualche minuto, fu “non preoccuparti, passa subito, è una sciocchezza”. Lui non capì mai a cosa si riferisse veramente.

sabato 8 maggio 2010

spoiler 2

Clausura
Una giovane ragazza inquieta (Giovanna Mezzogiorno), rampolla di una nobile famiglia, viene costretta alla clausura dopo un fidanzamento fallito. Nel silenzio irreale del convento, la novizia non può parlare, né tantomeno strillare. Il film è una incalzante sequenza di scene in cui la Mezzogiorno cerca di isolarsi dal resto delle consorelle per poter berciare a tutto spiano come un macaco. La cella, la dispensa, il chiostro, ogni angolo del convento è il luogo ideale per emettere sibili ultrasonici e ultraisterici, fastidiosi e assordanti. Nulla può impedire alla Mezzogiorno di urlare, manco la clausura!

Giorni mediocri
Una coppia in crisi in cerca di identità. Alle soglie dei quarant'anni, Livia (Margherita Buy) e Leo (Claudio Bisio) sono insoddisfatti di tutto, della loro vita mediocre, dei loro amici mediocri, del loro rapporto mediocre, del loro lavoro mediocre e della carta da parati a fiori in salone, mediocre anch'essa. In balìa di questa mediocrità soffocante decidono di separarsi, nonostante abbiano dei figli adolescenti, mediocri anche loro però. Per fortuna la loro mediocrità li porta a fallire anche il divorzio e, in un finale catartico, la famiglia riunita si ritrova a cantare insieme una canzone di Biagio Antonacci in coda al casello autostradale di Firenze Signa.

Sol dell'avvenire
Film che segna il ritorno di Nanni Moretti alla regia. Storia di un regista in forte crisi di idee che scrive un film su un regista in fortissima crisi di idee. Cameo di Massimo D'Alema.

Quanto stavamo meglio
La dorata rievocazione degli anni '70, quando l'impegno politico era impegno politico, si andava a letto dopo Carosello, le pesche erano più dolci e i film sugli anni '70 non dovevano rievocare nulla. Un adolescente sognatore vive la sua età immaginando quando avrà 45 anni e potrà finalmente ripensare a quel periodo con delicata e tenera nostalgia.

Giulio Cesare
Primo kolossal italiano dopo decenni. Finanziato dalla Medusa, racconta in maniera filologicamente impeccabile l'ascesa al potere di Giulio Cesare, impersonato da uno Scamarcio, più intenso ancora del film su Mussolini. Ingente l'investimento economico profuso dalla produzione che non ha badato a spese per il cast internazionale: Antonio Banderas nel ruolo di Marcantonio, Penelope Cruz nel ruolo di Cleopatra e il Rio delle Amazzoni nel ruolo del Rubicone. Per la scena dell'assassinio, usate diecimila comparse, anche se le comparse non si distinguevano da quelli che erano in fila per dare una coltellata a Scamarcio.

spoiler

In anteprima le trame dei film italiani della prossima stagione cinematografica. Se non volete sapere come muore Scamarcio nel film biografico “Mussolini”, cambiate blog o bendatevi.

Nella stanza tua c'è ancora il letto come l'hai lasciato tu
Ennesimo film generazionale basato su una frase di una canzone. Ambientato negli Ottanta, è la storia un alunno delle elementari (uno spumeggiante Nicholas Vaporidis) che perde a testa per la bidella della scuola (l''avvenente Lucilla Schiapparelli, al suo esordio) e fa di tutto per ottenere la sua attenzione. Alla fine, dopo aver incendiato, allagato, vandalizzato, sodomizzato, svaligiato la scuola, riesce a coronare il sogno d'amore con l'approvazione della classe (un mimetico Alex Spaccasassi impegnato in ventidue ruoli diversi) e la malcelata gelosia del maestro Rulfoni (interpretato da Ale&Franz). Colonna sonora d'epoca con gli indimenticabili brani delle compilation Hot Shot '80 (volumi 1,2,4,7,9,12, 34).

Mercato nero
Prova d'autore di Pupi Avati che ambienta il suo film nella settimana dal 7 al 14 marzo del '42, unico lasso di tempo degli anni '40 non ancora coperto dalla sua filmografia. Avati riesce come sempre a far recitare sapientemente insieme attori di alto profilo e neofiti del grande schermo. Accanto ad un magistrale Carlo Delle Piane, appaiono anche Amadeus, Osvaldo Bevilacqua, Mal dei Primitives, Fiordaliso e il Gabibbo nel ruolo del podestà fascista del paese. La trama narra di una famiglia contadina alle prese con la difficoltà di approntare il banchetto di nozze della figlia minore. Però le nozze sono fissate il 4 luglio, quindi non si sa come va a finire.

Pulisciti la bava
Seguito di “Baciami ancora”, è il capitolo finale della trilogia di Muccino. Cast confermatissimo, ad eccezione di Stefano Accorsi che aveva già prenotato una vacanza al Club Med delle Seychelles con Laetitia Casta e, ehm, sapete... La combriccola di amici si ritrova alle prese con i problemi della loro generazione perduta: come tenere il giardino della villa all'Olgiata sempre all'inglese, azzeccare la cera per la carrozzeria della Volvo, la voglia di fuga da tutto ciò.

Benito!!!!
Biografia del Duce, impersonato da un intensissimo Riccardo Scamarcio. Nel film viene affrontato l'aspetto umano di Mussolini, il suo amore per il jazz, per i gerani e per le stampe di oggetti dalle forme antropiche. Apprezzata la prova di Scamarcio che per prepararsi adeguatamente al ruolo è ingrassato e ha dichiarato guerra all'Albania. Il finale di piazzale Loreto è stato girato con un trucco cinematografico sofisticato: Scamarcio era in piedi normalmente, è stata rovesciata la pellicola in fase di montaggio.