giovedì 26 maggio 2011

una risata vi disseppellirà


- Berlusconi ha trovato una compagna per il resto della vita.
Coltiva arance.


- Berlusconi ha passato il Capodanno da solo.
Con lui c'erano Bondi, Cicchitto, Capezzone, Fede...


- Vicenza: anziana pestata con un crocifisso.
Ha incontrato la fede. Poi ancora. E ancora.


- Il sostegno di Renzi a Marchionne rischia di deludere tutti gli operai del PD.
Che appunto ne discutevano in ascensore.


- Marchionne ha un reddito annuale pari a quello di 6400 operai.
Lavorare meno, guadagnare uno.


- Napolitano consegna il tricolore ai sindaci di Roma, Firenze e Torino.
"Il rosso a te, il bianco a te e il verde a te."


- Tremonti: "La crisi economica non è finita".
Gli italiani non hanno mangiato abbastanza lenticchie a Capodanno.


- Eclissi: per qualche minuto la Luna nasconderà la Terra al Sole.
Poi, purtroppo per lui, saremo ancora lì.


- Un uomo disperato tenta il suicidio davanti al Quirinale.
Poi, ripensandoci, consegna la pistola a Napolitano.


- Piazzate delle cimici nella casa romana di Bossi.
Ma erano quasi sempre al bar.


- Le buste di plastica: sono nocive e non spariscono mai.
Praticamente sono Giulio Andreotti.


- Attentato contro la sede della Lega a Gemonio: due petardi e una scritta sul muro.
I leghisti non si faranno intimidire. Nè dai petardi, nè dalla scritta.


- Alcuni studiosi hanno scoperto una $ negli occhi della Gioconda.

- Pacchi bomba inviati alle ambasciate di Svizzera e Cile.
Forti sospetti sulle brigate anarchiche "Girare mappamondo puntare dito".


- Le uscite di Gasparri sull'arresto preventivo fanno pensare a quei regimi antidemocratici.
Come il Cile di Pinochet e l'Italia di Gasparri.


- Adriano fuori forma: lascia la Roma e torna in Brasile.
Ormai lo misuravano coi fusi orari.



(queste non le trovate certo nel libro che da oggi 26 maggio è nelle librerie, edicole e charcouteries di tutta Italia - www.spinoza.it)



giovedì 19 maggio 2011

una tragedia

Il lunghissimo ed estenuante tramonto di Berlusconi possiede toni ed apparenze da farsa, ma nella sostanza ha gli incontrovertibili segni della tragedia. Una tragedia autentica, come quelle dell'antica Grecia che coinvolgevano le riflessioni più dure sul destino umano. Quella di Berlusconi è la tragedia della vecchiaia, del timore di ogni uomo (per quanto potente e ricco) di scomparire e della presa di coscienza giorno per giorno di ciò. Vedersi sottrarre il tempo, un granello alla volta, e non riuscire ad opporsi. La stessa idea di futuro ne esce stravolta, quasi che un domani più remoto non possa esistere e neanche debba esistere. L'evidente disinteresse per quel che sarà molto dopo è l'eredità peggiore che ci lascerà il berlusconismo. Per cui, appena terminato il senso di indignazione provocato dall'ultima barzelletta, dall'ultimo insulto, dall'ultima sceneggiata, ricordiamoci che siamo di fronte ad una tragedia umana, forse a quella principale.

venerdì 6 maggio 2011

libertà

gli amici veri sono come il ritorno a casa dopo una giornata dura di lavoro: entri, ti liberi della rigidità della vita sociale, ti apri una birra e ti stravacchi sul divano.

http://www.youtube.com/watch?v=f8G39DZNUiw

giovedì 5 maggio 2011

emigranti

si va per mare finalmente. sarà un viaggio faticoso, soprattutto perchè saremo fermi e affamati, così potremo pensare a quello che troveremo al nostro arrivo. sappiamo che lì si sta bene, l'abbiamo saputo. sicuramente meglio di come stiamo qui, con la fame, la disperazione. ci tratteranno male, probabilmente ci manderanno indietro in malo modo, sputandoci addosso e maledicendo la tracotanza e la forza della nostra miseria. e quelli che resteranno finiranno per essere sfruttati nei campi o chi sa dove. e poi saranno loro a maledire chi li maledice, in un cerchio malato che l'uomo non riuscirà mai a disciogliere. ci chiameranno ladri e delinquenti, stupratori e assassini, ma questo non ci basterà per farci scappare e tornare indietro. la povertà fa terrore anche all'orgoglio. e per mare penseremo pure a ciò che lasciamo: padri anziani, madri, le nostre future vedove, i bambini appena nati e quelli che lo saranno quando saremo già stranieri. a loro tocca la disgrazia dell'abbandono e dell'attesa che a noi forse ci tocca benedire persino la morte in mare. eccoci qua, seduti in questa barca, tenace come tutti noi contro il mare avverso. questo spaventoso oceano, lungo secoli, gli stessi che separano la nostra terra futura da quella passata, la nostra cara italia.