tag:blogger.com,1999:blog-31229156581863184482024-03-06T11:14:54.404+08:00Le chiacchiere stanno a uno"Pastiche" di parole e immagini a cura di Serena GandhiAlessandro Clementehttp://www.blogger.com/profile/16923513943561916867noreply@blogger.comBlogger95125tag:blogger.com,1999:blog-3122915658186318448.post-36002270591549470782012-07-12T02:29:00.004+08:002012-07-12T02:29:56.165+08:00mundial<span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif; font-size: small;">la qualità unica del mondiale dell'82 (per tutti, per sempre il <i>mundial</i>)</span><span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;"> è il fatto di essere un ricordo condivisibile per quelli che l'hanno vissuto o anche per quelli che lo hanno soltanto "recepito". la totalità dei bei ricordi della propria infanzia, della propria gioventù sono privati e personali e, se condivisi, presuppongono un narratore ed un ascoltatore. in quella estate c'è invece un ricordo collettivo, qualcosa che basta evocare per essere subito compresa e apprezzata. milioni di italiani coagulano le emozioni di quegli istanti attorno ad un unico aggregante, emozionante nella sua specificità, da preservare perché patrimonio popolare. l'italia è un paese talmente avaro di momenti altrettanto belli (forse non ce n'è un altro comparabile) che mi sembra ovvio che dopo trent'anni ognuno di noi si compiaccia della propria pelle d'oca ogni volta che risente martellini urlare commosso "campioni del mondo" per tre volte. ma per tutti noi è come se lo urlasse all'infinito.</span>Alessandro Clementehttp://www.blogger.com/profile/16923513943561916867noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-3122915658186318448.post-17246308317512345852012-05-04T20:50:00.001+08:002012-05-04T20:52:34.586+08:00vino rosso<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: white; color: #444444; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: x-small;">la prima volta che mi ha invitato a cena ha preparato cose deliziose, quel tipo di piatti che meritano nomi in francese (<em>poulette au grandguignol avec champoise de montparnasse et ribery</em>, robe così). aveva anche stappato un vino pregiatissimo, di quelli che danno di cuoio, fiori di campo, vaniglia e bagnoschiuma badedas tutto insieme. l'ha messo in un bicchierone, annusato, mosso, riannusato, scosso e sono certo che cantargli una ninna nanna non avrebbe stonato in tutta quella cerimonia. poi l'assaggio solenne, come se dal responso di quelle acutissime papille dovesse dipendere la sorte del popolo palestinese. perplessità, attesa, perplessità più forte, poi il gesto risolutivo di scolare la bottiglia nel lavandino. forse il sentore di cuoio non era abbastanza equilibrato e contrastato con quello del badedas. fatto sta che ho subito pensato "questa deve essere una matta completa". per fortuna ci avevo visto giusto e domani, dopo un anno e mezzo, ci sposiamo. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: white; color: #444444; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: x-small;">p.s. il vino del banchetto lo faremo assaggiare a qualcun altro.</span></div>Alessandro Clementehttp://www.blogger.com/profile/16923513943561916867noreply@blogger.com5tag:blogger.com,1999:blog-3122915658186318448.post-70432624364037055642012-04-19T06:05:00.002+08:002012-04-19T06:19:42.300+08:00dopo<span style="color: rgb(102, 102, 102);"><span style="font-size:85%;"><span style="font-family: arial;">mi è sempre più evidente, nelle manifestazione collettive del lutto, una certa sbrigatività nelle riflessioni sulla morte. solo l'umanità ha il peso di sapere che i giorni non sono infiniti e che quel che sarà dopo è un mistero, affascinante e terribile. da sempre la morte è il tema trattato con più poeticità e durezza, con un linguaggio sempre adeguato. di recente osservo che le espressioni per esternare dolore, lutto e mancanza, sono banali, ripetitive e soprattutto consolatorie. "resterai sempre nei nostri cuori", "farai compagnia agli angeli", "ci guarderai da lassù", propongono il regno del 'dopo' troppo simile a quello che si lascia. la morte diventa un semplice prolungamento delle abitudini terrene, un aldilà dove non ci si meraviglierebbe di trovare il traffico, la playstation, le partite di calcio e i concerti.<br /></span></span></span>Alessandro Clementehttp://www.blogger.com/profile/16923513943561916867noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-3122915658186318448.post-85892855133825822932012-01-20T21:36:00.000+08:002012-01-20T21:38:05.300+08:00katarsis<div style="text-align: justify; color: rgb(102, 102, 102);"><span style="font-family: arial; font-weight: bold;font-size:85%;" >Il discorso del premier</span><br /><span style="font-family: arial;font-size:85%;" >Candidato a ben 15 premi Oscar (tutti però nella stessa categoria), narra la vicenda realmente accaduta di un capo di governo</span><span style="font-family: arial;font-size:85%;" > di una non meglio specificata nazione occidentale, il quale non riusciva a tenere discorsi pubblici senza finirli con una barzelletta sporcacciona. La trama si focalizza soprattutto sui drammatici tentativi dell'uomo politico di liberarsi da questo problema con l'aiuto di un esperto in discorsi pallosi (un fan di Enrico Ghezzi). Di alto impatto emotivo la scena finale del discorso tenuto a reti unificate in cui il premier lotta fino all'ultimo per non dire quella sulla monaca zoppa e l'anguilla con due code. Il premier riuscirà nell'intento grazie alle pratiche di autocontrollo acquisite, che consistevano nel ritmare le parole con pernacchie ascellari. Il successo del discorso permetterà alla nazione di riacquistare il proprio orgoglio e piazzarsi al terzo posto agli Europei di pattinaggio. Magistrale interpretazione di Jim Carrey nei panni del premier e di Sir Richard Attenborough nei pannoloni dell'esperto.</span><br /><br /><span style="font-family: arial; font-weight: bold;font-size:85%;" >La liquirizia della strega del Baltico</span><br /><span style="font-family: arial;font-size:85%;" >Ennesimo film del sodalizio Tim Burton - Johnny Depp, ma questa volta a ruoli invertiti con Depp alla regia e Burton nel ruolo del sex symbol decadente. Una sorprendente favola noir in cui una perfida Strega dell'Est (Meryl Streep) manda un incantesimo e fa sparire tutte le liquirizie dal Mar Baltico, gettando nel panico intere popolazioni che vengono colte da epidemie di pressione sanguigna bassa. A risolvere la situazione interviene il Cavaliere Senza Glutine (Burton) che ristabilisce il giusto apporto di valori nutritivi del Mar Baltico gettandovi milioni di barrette Mars. Verso la fine del film si scopre che le barrette vengono prelevate con pescherecci di frodo dal Mare del Nord, per cui il Cavaliere viene decapitato. Colta da rimorsi la Strega dell'Est cerca di porre rimedio a tutto ma fa un po' di casino: le liquirizie vengono messe nel Mare del Nord, la testa del cavaliere nel Mar Baltico e un Mars al posto della testa del Cavaliere. Vista l'impossibilità di districare la trama, alla fine un asteroide piomba sulla Terra e uccide tutti. Scongiurato il sequel.</span><br /><br /><span style="font-family: arial; font-weight: bold;font-size:85%;" >D'altronde siamo a Gennaio</span><br /><span style="font-family: arial;font-size:85%;" >Film tratto dall'ultimo bestseller di Fabio Volo che cura personalmente anche la regia, la sceneggiatura, i costumi e la dieta della troupe dopo le feste. Un impiegato quarantenne (Fabio Volo), apparentemente dimesso ma in realtà ancora più dimesso, dispensa consigli sulla vita a chi gli capita a tiro in cambio di un semplice sorriso. Ogni persona che viene in contatto con lui migliorerà di molto la qualità della propria vita capendo finalmente che "fa meno freddo di una volta", "vedere le rondini che emigrano è sempre uno spettacolo bello", "le canzoni di Fiordaliso ci fanno tornare bambini", "Edvige Fenech è ancora gnocca", "puoi mangiare nei migliori ristoranti ma la pasta al forno della mamma non la troverai mai", "Don Lurio sono dieci anni che è morto e non ha ancora imparato l'italiano" e "il cavallo è l'aninale più elegante". Il film si chiude con una grande tavolata che vede tutti i protagonisti allegri e spensierati perchè "a tavola non si invecchia mai".</span><br /><br /><span style="font-family: arial; font-weight: bold;font-size:85%;" >Katarsis</span><br /><span style="font-family: arial;font-size:85%;" >Ultima opera rivoluzionaria di Lars von Trier che con questa pellicola abolisce ogni schema tradizionale del cinema, inaugurando la nuovissima corrente cinematografica denominata OXYMORUS 12. Intanto non è neanche una vera pellicola ma del nastro per pacchi e gli attori non sanno di essere ripresi, anche se il protagonista maschile ha avuto più di una perplessità quando degli sconosciuti con dei ciak in mano gli chiedevano di ripetere cortesemente la doccia mettendoci più pathos o di recitare il monologo dell'Amleto stando in fila alla posta. Il geniale regista danese ha anche abolito ogni tipo di suono esterno, infilando pattine sotto tutte le ruote delle auto di Copenaghen e causando la raucedine a milioni di persone. In realtà è stato abolito anche ogni concetto di spazio, riprendendo tutte le scene in una scatola di mocassini sopra la quale c'era scritto COPENAGHEN. Per conoscere la trama è necessario recarsi personalmente a casa del regista o inviargli una lettera all'indirizzo "Polacchine Hogan Mis.44, terza mensola in basso, Grandi Magazzini, Copenaghen".</span></div>Alessandro Clementehttp://www.blogger.com/profile/16923513943561916867noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-3122915658186318448.post-38303390924121066732011-12-14T19:12:00.003+08:002011-12-14T19:15:01.122+08:00vade retro!miscredenti che non siamo altro<br /><br /><a href="http://espresso.repubblica.it/dettaglio/religioni-come-riderci-su/2168275">http://espresso.repubblica.it/dettaglio/religioni-come-riderci-su/2168275</a><br /><br />(giovedì 15 c'è la presentazione del libro alla libreria del palazzo delle esposizioni. seguira messa)Alessandro Clementehttp://www.blogger.com/profile/16923513943561916867noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-3122915658186318448.post-40712093704181049572011-11-28T18:34:00.000+08:002011-11-28T18:35:48.373+08:00appuntamento al cinema<div style="text-align: justify; color: rgb(102, 102, 102);"><span style="font-size:85%;"><b style="font-family: arial;">Il parrucchiere di Mykonos</b><br /><span style="font-family: arial;"> Ennesima colonscopia all'interno dell'animo umano del regista turco-romano Ferzan Ozpetek. Franco, giovane parrucchiere (Paolo Poli) vive in un appartamento della grigia periferia romana insieme ai suoi due chihuahua Boy e George. Preso da una irrefrenabile e pazza, pazza voglia di abbandonare la cupa realtà metropolitana, e indossati i suoi occhiali con strass e la sua giacca con volant fucsia, parte in giro per il mondo alla ricerca del suo vero Io. Al ritmo di una azzeccatissima colonna sonora, con canzoni di Renato Zero, Bronski Beat e Village People, Franco capisce che la sua vera identità la può raggiungere solo col rapporto con gli altri. Giunto finalmente a Mykonos, Franco trova la sua definitiva dimensione e può finalmente fermare i suoi piedi, stanchi dal tanto camminare in quegli zatteroni a pois rosa. Splendidi i costumi di Dolce & Gabbana e intensi i cameo di Leo Gullotta, Leopoldo Mastelloni e Cristiano Malgioglio. Per la prima volta la critica plaude alla coraggiosa scelta di Ozpetek di allontanarsi dalle tematiche omosessuali.</span><br /><br /><b style="font-family: arial;">La sera leoni</b></span> <span style="font-size:85%;"><br /><span style="font-family: arial;">Il cinema tedesco si è sempre posto il problema di come rappresentare la propria tragica storia. Questa volta il difficile processo di autoanalisi passa per il film dell'emergente cineasta berlinese Kahn van Baubau che, spiazzando tutti, mette in scena la fine del Potere nella descrizione degli ultimi drammatici giorni del governo Schroeder. La pellicola, quasi un docufilm, investiga spietatamente il rapporto tra individuo e Fato, con una limpidezza e un gusto reperibile solo nei biergarten di Monaco. L'ex cancelliere tedesco è interpretato da un enorme Bruno Ganz, il cui estro ha saputo trarre fuori magicamente tutti i minimi tic di Schroeder: la mania di rosicchiarsi la cravatta, la smodata passione per la musica di Falko, il vezzo di portare le sopracciglia col codino. Il tambureggiante finale lascia il pubblico a bocca aperta per un quarto d'ora, sancendo così il nuovo record europeo di sbadiglio collettivo.</span><br /><br /><b style="font-family: arial;">Natale alla Caritas</b></span> <span style="font-size:85%;"><br /><span style="font-family: arial;">Per sfuggire al clichè di film lascivi e volgari, i cinepanettoni cercano di coniugare il divertimento per famiglie con la critica sociale e l'impegno. In </span><i style="font-family: arial;">Natale alla Caritas </i><span style="font-family: arial;">una coppia di dentisti Walter e Consuelo (Christian De Sica e Belen) cade in disgrazia economica dopo che Consuelo imbastisce una scappatella con Ernesto (Massimo Ghini), maresciallo della Guardia di Finanza il quale ricatta l'amante, ma al tempo stesso è ricattato dal fidanzatino della figlia minorenne (la sorella figa di Belen). La coppia è costretta a fatturare, iniziando a corrodere il ricco patrimonio di ville, pellicce, quadri, pavoni e banche d'organi. In prossimità del Natale e resisi conto di essere possessori solo di un cotechino e un litro di Gancia, Walter e Consuelo si recano alla Caritas dove dividono il loro povero cenone con tutti gli altri poveri ex evasori totali. Scoppiettante (in tutti i sensi) il finale col trenino di Capodanno ritmato a colpi di flatulenze da un ispiratissimo De Sica. Epiche alcune battute: "Marescia', posso scaricare la fattura?" "Sì, e fai in fretta che se sente già la puzza" - "Ma che è 'sta IVA?" "IVA... ffanculo!"</span><br /><br /><b style="font-family: arial;">L'encomio del passero blu</b></span> <span style="font-size:85%;"><br /><span style="font-family: arial;">La sorpresa del cinema indipendente arriva da questo gioiellino dell'esordiente regista afgano Pavlan Rankalkian, girato con pochissimi mezzi tecnici e con cineprese d'argilla. La vicenda narra del piccolo Kalar il cui unico giocattolo è il coperchio tagliente di una lattina di zuppa di cammello. I 90 minuti sono tutti incentrati nei tenerissimi e poetici tentativi di Kalar di giocare con il coperchio. Dopo aver provato a giocare a palla prigioniera, a Subbuteo, ai trenini, alle macchinine, Kalar scopre che l'unico gioco possibile è il frisbee. Di altissimo impatto emotivo sono le scene di Kalar e dei suoi amichetti impegnati in commoventi partite di frisbee col coperchio, con le immagini delle innocenti falangi che volano in aria riprese con un lentissimo rallenty. Parte dei proventi del film andranno ad Emergency che si impegnerà alla ricostruzione delle dita dei giovanissimi attori. Il passero blu del titolo non c'entra un cazzo con la vicenda ed è un libero inserimento della potentissima lobby dei traduttori dei titoli.</span><br /><br /><b style="font-family: arial;">Everywhere</b></span> <span style="font-size:85%;"><br /><span style="font-family: arial;"> Un superlativo Sean Penn da Oscar dirige se stesso nella drammatica storia di Ernie, padre separato fallito che, oltre a perdere il rispetto del figlio, dei genitori, di alcune prozie e del giornalaio sotto casa, perde pure il suo lavoro di assistente alla poltrona in un ambulatorio veterinario. Pur di non far sapere la triste verità al figlioletto di sei anni (sempre interpretato dal multiforme attore americano), finge di continuare a lavorare e torna a casa con false radiografie di criceti, graffi autoprodotti, croccantini e palle di pelo sulla giacca. Quando una vicina di casa spiona (un irriconoscibile Sean Penn) spiffera tutto ai familiari riuniti per il giorno del Ringraziamento (interpretati tutti dall'ex marito di Madonna, tacchino compreso), Ernie ha un crollo psicologico e in un lunghissimo e travolgente monologo svuota tutto, chiedendo perdono al figlio, il quale glielo concede a patto di far presto ché il tacchino si fredda. Film dal forte impatto emotivo, per cui vi consigliamo di portarvi i fazzoletti o almeno di rubarli furtivamente al vicino di poltrona. Alcuni personaggi, nel secondo tempo, vengono interpretati da altri attori perchè Penn doveva recitare nel nuovo film di Oldoini.</span><br /></span></div>Alessandro Clementehttp://www.blogger.com/profile/16923513943561916867noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-3122915658186318448.post-24305569914919235292011-07-19T02:53:00.001+08:002011-07-19T02:55:58.353+08:00silvia<span style=";font-family:arial;font-size:85%;" ><a href="http://www.youtube.com/watch?v=DAhtAf2NMrE">auguri, amore</a><br /><br /><a href="http://www.youtube.com/watch?v=DAhtAf2NMrE"><span style="color: rgb(102, 102, 102);"><br /></span></a></span>Alessandro Clementehttp://www.blogger.com/profile/16923513943561916867noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3122915658186318448.post-2815606689211738092011-07-08T05:31:00.002+08:002011-07-08T05:44:22.710+08:00la doccia<div style="text-align: justify; color: rgb(102, 102, 102); font-family: arial;"><span style="font-size:85%;">nella mia quotidiana doccia serale spazzo con l'acqua tutto quello che in una giornata la mia città mi ha lasciato sulla pelle. con il bagnoschiuma avvolgo lo smog, la fretta, i suoni di sirene e allarmi, l'animosità negli spazi stretti della metro, le miserie celate dietro apparenze dignitose, la reciproca paura di persone innocue, l'odore dei bar, l'inaspettato e gratuito sorriso, le creme dell'eterna giovinezza, le attuali sconfitte dei poveracci e quelle future di gente ignara che lo diventerà tra poco, la scortesia, la polvere della terra delle aiuole abbandonate e il pulviscolo che sembra alzarsi dai monumenti, sospiri di impiegati e profumi dozzinali di donne stanche, l'impatto forte e speziato dell'immigrazione, le attese mattutine e le delusioni del tardo pomeriggio. che qui ogni cosa, anche la più astratta e improbabile, rilascia un odore che rimane addosso. nella grigiastra acqua che scorre svogliata nello scarico, vedo un'altra normale giornata di roma che se ne va.<br /></span></div>Alessandro Clementehttp://www.blogger.com/profile/16923513943561916867noreply@blogger.com6tag:blogger.com,1999:blog-3122915658186318448.post-76993220425608112312011-05-26T19:44:00.003+08:002011-05-26T20:18:33.164+08:00una risata vi disseppellirà<div style="text-align: justify;"><a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhV1EbXOLezoq-1XfV_j0Mc0ZKTxESuRKSimB4MC5Y8t1YVLcRvhaQcjHTV5xDUsSUyQsv9j2VZ88aG4nbIZEwxtZ7c2HelK2g7EfC7_dmmz-rOF1adW1acuEFsLBxnz3yeGxdlNIQsnn37/s1600/spinoza_libro.jpg"><img style="display: block; margin: 0px auto 10px; text-align: center; cursor: pointer; width: 219px; height: 320px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhV1EbXOLezoq-1XfV_j0Mc0ZKTxESuRKSimB4MC5Y8t1YVLcRvhaQcjHTV5xDUsSUyQsv9j2VZ88aG4nbIZEwxtZ7c2HelK2g7EfC7_dmmz-rOF1adW1acuEFsLBxnz3yeGxdlNIQsnn37/s320/spinoza_libro.jpg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5610989928935436962" border="0" /></a><br /><span style="color: rgb(102, 102, 102);font-size:85%;" >- <span style="font-family:arial;">Berlusconi ha trovato una compagna per il resto della vita.<br />Coltiva arance.</span><br /><br />- <span style="font-family:arial;">Berlusconi ha passato il Capodanno da solo.<br />Con lui c'erano Bondi, Cicchitto, Capezzone, Fede...</span><br /><br />- <span style="font-family:arial;">Vicenza: anziana pestata con un crocifisso.<br />Ha incontrato la fede. Poi ancora. E ancora.</span></span><br /><br /><span style="font-size:85%;"><span style="color: rgb(102, 102, 102);">- <span style="font-family:arial;">Il sostegno di Renzi a Marchionne rischia di deludere tutti gli operai del PD.<br />Che appunto ne discutevano in ascensore.</span></span></span><br /><br />- <span style="color: rgb(102, 102, 102);font-size:85%;" ><span style="font-family:arial;">Marchionne ha un reddito annuale pari a quello di 6400 operai.<br />Lavorare meno, guadagnare uno.</span></span><br /><br />- <span style="color: rgb(102, 102, 102);font-size:85%;" ><span style="font-family:arial;">Napolitano consegna il tricolore ai sindaci di Roma, Firenze e Torino.<br />"Il rosso a te, il bianco a te e il verde a te."</span></span><br /><br />- <span style="color: rgb(102, 102, 102);font-size:85%;" ><span style="font-family:arial;">Tremonti: "La crisi economica non è finita".<br />Gli italiani non hanno mangiato abbastanza lenticchie a Capodanno.</span></span><br /><br />- <span style="color: rgb(102, 102, 102);font-size:85%;" ><span style="font-family:arial;">Eclissi: per qualche minuto la Luna nasconderà la Terra al Sole.<br />Poi, purtroppo per lui, saremo ancora lì.</span></span><br /><br />- <span style="color: rgb(102, 102, 102);font-size:85%;" ><span style="font-family:arial;">Un uomo disperato tenta il suicidio davanti al Quirinale.<br />Poi, ripensandoci, consegna la pistola a Napolitano.</span></span><br /><br />- <span style="color: rgb(102, 102, 102);font-size:85%;" ><span style="font-family:arial;">Piazzate delle cimici nella casa romana di Bossi.<br />Ma erano quasi sempre al bar.</span></span><br /><br />- <span style="color: rgb(102, 102, 102);font-size:85%;" ><span style="font-family:arial;">Le buste di plastica: sono nocive e non spariscono mai.<br />Praticamente sono Giulio Andreotti.</span></span><br /><br />- <span style="color: rgb(102, 102, 102);font-size:85%;" ><span style="font-family:arial;">Attentato contro la sede della Lega a Gemonio: due petardi e una scritta sul muro.</span><br /><span style="font-family:arial;">I leghisti non si faranno intimidire. Nè dai petardi, nè dalla scritta.</span></span><br /><br />- <span style="color: rgb(102, 102, 102);font-size:85%;" ><span style="font-family:arial;">Alcuni studiosi hanno scoperto una $ negli occhi della Gioconda.</span></span><br /><br />- <span style="font-size:85%;"><span style="color: rgb(102, 102, 102);font-family:arial;" >Pacchi bomba inviati alle ambasciate di Svizzera e Cile.</span><span style="color: rgb(102, 102, 102);font-family:arial;" ><br />Forti sospetti sulle brigate anarchiche "Girare mappamondo puntare dito".</span></span><br /><br />- <span style="color: rgb(102, 102, 102);font-size:85%;" ><span style="font-family:arial;">Le uscite di Gasparri sull'arresto preventivo fanno pensare a quei regimi antidemocratici.<br />Come il Cile di Pinochet e l'Italia di Gasparri.</span></span><br /><br />- <span style="color: rgb(102, 102, 102);font-size:85%;" ><span style="font-family:arial;">Adriano fuori forma: lascia la Roma e torna in Brasile.<br />Ormai lo misuravano coi fusi orari.</span></span><br /><br /><br /><span style="font-size:85%;"><span style="font-style: italic; color: rgb(102, 102, 102);font-family:arial;" ><span style="color: rgb(102, 102, 102);"></span><a href="http://www.spinoza.it/"><span style="color: rgb(255, 153, 0);"></span></a></span></span><span style="font-size:85%;"><span style="font-style: italic; color: rgb(102, 102, 102);font-family:arial;" ><span style="color: rgb(102, 102, 102);">(queste non le trovate certo nel libro che da oggi 26 maggio è nelle librerie, edicole e charcouteries di tutta Italia - </span></span></span><span style="font-size:85%;"><span style="font-style: italic; color: rgb(102, 102, 102);font-family:arial;" ><a href="http://www.spinoza.it/"><span style="color: rgb(255, 153, 0);">www.spinoza.it</span></a>)</span></span><span style="font-size:85%;"><span style="font-style: italic; color: rgb(102, 102, 102);font-family:arial;" ><span style="color: rgb(102, 102, 102);"></span></span></span><br /><br /><br /><br /></div>Alessandro Clementehttp://www.blogger.com/profile/16923513943561916867noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-3122915658186318448.post-70796929203665878702011-05-19T15:28:00.004+08:002011-05-19T15:38:58.299+08:00una tragedia<div style="text-align: justify; color: rgb(153, 153, 153);font-family:arial;"><span style="font-size:85%;"><span style="color: rgb(102, 102, 102);">Il lunghissimo ed estenuante tramonto di Berlusconi possiede toni ed apparenze da farsa, ma nella sostanza ha gli incontrovertibili segni della tragedia. Una tragedia autentica, come quelle dell'antica Grecia che coinvolgevano le riflessioni più dure sul destino umano. Quella di Berlusconi è la tragedia della vecchiaia, del timore di ogni uomo (per quanto potente e ricco) di scomparire e della presa di coscienza giorno per giorno di ciò. Vedersi sottrarre il tempo, un granello alla volta, e non riuscire ad opporsi. La stessa idea di futuro ne esce stravolta, quasi che un domani più remoto non possa esistere e neanche debba esistere. L'evidente disinteresse per quel che sarà </span><span style="font-style: italic; color: rgb(102, 102, 102);">molto dopo </span><span style="color: rgb(102, 102, 102);">è l'eredità peggiore che ci lascerà il berlusconismo. Per cui, appena terminato il senso di indignazione provocato dall'ultima barzelletta, dall'ultimo insulto, dall'ultima sceneggiata, ricordiamoci che siamo di fronte ad una tragedia umana, forse a quella principale.</span><br /></span></div>Alessandro Clementehttp://www.blogger.com/profile/16923513943561916867noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-3122915658186318448.post-35673037592625292722011-05-06T16:36:00.003+08:002011-05-06T16:42:04.664+08:00libertà<div style="text-align: justify; color: rgb(102, 102, 102);font-family:arial;"><span style="font-size:85%;">gli amici veri sono come il ritorno a casa dopo una giornata dura di lavoro: entri, ti liberi della rigidità della vita sociale, ti apri una birra e ti stravacchi sul divano.<br /><br /><a href="http://www.youtube.com/watch?v=f8G39DZNUiw">http://www.youtube.com/watch?v=f8G39DZNUiw</a><br /></span></div>Alessandro Clementehttp://www.blogger.com/profile/16923513943561916867noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-3122915658186318448.post-15406669327749581102011-05-05T04:26:00.002+08:002011-05-05T04:45:22.841+08:00emigranti<div style="text-align: justify; color: rgb(102, 102, 102);"><span style="font-size:85%;"><span style="font-family: arial;">si va per mare finalmente. sarà un viaggio faticoso, soprattutto perchè saremo fermi e affamati, così potremo pensare a quello che troveremo al nostro arrivo. sappiamo che lì si sta bene, l'abbiamo saputo. sicuramente meglio di come stiamo qui, con la fame, la disperazione. ci tratteranno male, probabilmente ci manderanno indietro in malo modo, sputandoci addosso e maledicendo la tracotanza e la forza della nostra miseria. e quelli che resteranno finiranno per essere sfruttati nei campi o chi sa dove. e poi saranno loro a maledire chi li maledice, in un cerchio malato che l'uomo non riuscirà mai a disciogliere. ci chiameranno ladri e delinquenti, stupratori e assassini, ma questo non ci basterà per farci scappare e tornare indietro. la povertà fa terrore anche all'orgoglio. e per mare penseremo pure a ciò che lasciamo: padri anziani, madri, le nostre future vedove, i bambini appena nati e quelli che lo saranno quando saremo già stranieri. a loro tocca la disgrazia dell'abbandono e dell'attesa che a noi forse ci tocca benedire persino la morte in mare. eccoci qua, seduti in questa barca, tenace come tutti noi contro il mare avverso. questo spaventoso oceano, lungo secoli, gli stessi che separano la nostra terra futura da quella passata, la nostra cara italia.</span><br /></span></div>Alessandro Clementehttp://www.blogger.com/profile/16923513943561916867noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-3122915658186318448.post-16499760906641957492011-04-20T21:48:00.003+08:002011-04-20T22:42:11.830+08:00sguazzare nel tango<div style="text-align: justify;"><span style="color: rgb(102, 102, 102);font-size:85%;" ><span style="font-family: arial;">c'è una canzone di un famoso gruppo di tango moderno che si sente molto spesso in quegli ambienti rilassati e con vaghe aspirazioni di ritrovo di intellettuali, tipo locali per happy hour. la musica è piacevole, in alcuni frangenti quasi avvolgente e, per carità, io me ne lascio avvolgere senza opporre nessuna resistenza. nonostante l'abbia ascoltata negli anni svariate volte, l'altro giorno per la prima volta notavo che, durante l'esecuzione, il cantante ripete ossessivamente le parole "argentina, buenos aires". siccome non avevo molto altro a cui pensare, ho riflettutto che una canzone con un testo del genere è semplicemente idiota. è come se una canzone italiana avesse come unico testo "italia, roma" e nonostante ciò diventasse una hit popolarissima fra gli amanti degli aperitivi e degli happy hours. mi sono ripromesso che la prossima volta che mi capiterà di ascoltarla, se non potrò togliere l'audio o abbandonare di corsa il locale, almeno rivaluterò gli sforzi dei nostri bistrattati cantanti.</span></span><br /></div>Alessandro Clementehttp://www.blogger.com/profile/16923513943561916867noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-3122915658186318448.post-39736047414581574742011-04-19T15:12:00.002+08:002011-04-19T15:22:34.479+08:00pavidità<div style="text-align: justify;"><span style="color: rgb(102, 102, 102);font-size:85%;" ><span style="font-family: arial;">sabato sera silvia ed io siamo andati a teatro a vedere uno spettacolo scritto e diretto da un notissimo regista del cinema italiano. i biglietti erano stati prenotati tempo prima e c'era attesa anche grazie alla presenza nel cast di un notissimo attore del cinema italiano. tuttavia le quasi tre ore di noiosa rappresentazione ci hanno lasciato la netta sensazione di aver sprecato una serata. ne abbiamo parlato a lungo, trovandoci d'accordo nella stroncatura di una messa in scena così banale. il pomeriggio successivo, casualmente, incontriamo il regista a passeggio in bici con la figlioletta sull'aventino. silvia lo nota e lo saluta aggiungendo "ah, ieri abbiamo visto il suo spettacolo". lui ci ha sorriso e ha chiesto come fosse. l'occasione era unica: rispondere con una pernacchia, una parolaccia, una manciata di ghiaia, giusto per essere sinceri e schietti nel giudizio. ma, sarà stata la brezza dell'aventino, o il sorriso cortese del regista, o la scenetta familiare così tenera davanti a noi, non abbiamo trovato il coraggio necessario e gli abbiamo risposto "è stato bellissimo!".</span></span><br /></div>Alessandro Clementehttp://www.blogger.com/profile/16923513943561916867noreply@blogger.com5tag:blogger.com,1999:blog-3122915658186318448.post-2111202385206207292011-04-07T02:32:00.002+08:002011-04-07T02:46:04.602+08:00scarpette bianche<div style="text-align: justify; font-family: arial;"><span style="font-size:85%;"><span style="color: rgb(102, 102, 102);">Ricevette per il suo nono compleanno delle scarpe per giocare a pallone, ma non erano quelle tanto attese e richieste con l'amabile insistenza dei bambini. Erano semplici e bianche, di quelle che nel confronto tra coetanei possono essere lo spunto per sberleffi e prese in giro. Ma i suoi potevano permettersi quelle, lo sapeva, e le accettò con poco entusiasmo e un tipo di sentimento nuovo che solo dopo anni seppe chiamarsi rancore. Si vergognava molto di quel biancore assoluto ai suoi piedi, senza uno sbaffo colorato, senza un accenno di allegria spaccona che rende belle le scarpe a chi le indossa. Decise di disegnarci tre strisce per lato con il suo pennarello indelebile più colorato. Le disegnò dritte e perfette, mettendoci serietà, sperando che questo bastasse a proteggerlo dalle inevitabili risa dei suoi compagni di gioco. Dopo qualche anno, i suoi gli regalarono finalmente delle scarpe come si deve, colorate, belle, col profumo della gomma nuova. Ma questa volta il regalo lo depresse più dell'altro, perchè sapeva che i suoi piedi potevano starsene comodi solo a costo dei durissimi calli di chi aveva lavorato giorno e notte per poterle comprare. Successivamente si ritrovò per caso, facendo ordine tra le sue vecchie robe, le scarpe con le tre strisce disegnate. Prese un batuffolo di cotone imbevuto d'alcol e le spazzò via, cercando di rendere la pelle di quelle scarpe più bianca possibile.</span></span><br /></div>Alessandro Clementehttp://www.blogger.com/profile/16923513943561916867noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-3122915658186318448.post-42060302597521041122011-03-30T05:13:00.004+08:002011-03-30T06:04:17.123+08:00pulizia<div style="text-align: justify; color: rgb(102, 102, 102);"><span style="font-size:85%;"><span style="font-family:arial;">Mi ritengo una persona accurata nell'igiene personale, per lo meno cerco di esserlo. La pulizia, oltre a rappresentare un enorme segno di rispetto per il proprio corpo e per la libertà olfattiva degli altri, è una delle maggiori cause che hanno condotto l'essere umano a vincere batteri nocivi e quindi a prolungare la vita. La doccia quotidiana e il regolare cambio di biancheria sono gesti per noi automatici, forse banali. Non dev'essere stato così fino a pochi decenni fa, al tempo delle nostre nonne. La scarsa disponibilità di acqua rendeva prioritarie altre esigenze: il dissetarsi, cucinare. Per questo l'approccio con l'igiene dei nostri avi potrebbe sembrarci bizzarro. Mia nonna, per esempio, mi ammoniva a indossare calze, mutande e maglia pulite nel caso avessi un incidente per strada e, condotto al pronto soccorso, i medici e gli infermieri si accorgessero, in mezzo a quel lago di sangue, che la mia biancheria virava più verso il giallognolo. Era un suo incubo ricorrente, visto l'estrema frequenza con cui si presentavano questi amorevoli consigli. Credo che il suo massimo orgoglio di nonna potesse essere, un giorno, quello di scrivere sulla mia lapide, dopo che fossi morto schiacciato da una macchina, "la morte lo colse pulito".</span><br /></span></div>Alessandro Clementehttp://www.blogger.com/profile/16923513943561916867noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-3122915658186318448.post-16387222971351953002011-03-07T22:53:00.004+08:002011-03-07T23:18:33.211+08:00gli arrivi<div style="text-align: justify; color: rgb(102, 102, 102);font-family:arial;"><span style="font-size:85%;">è un periodo che frequento molto la stazione termini, soprattutto i primi binari, quelli che portano e allontanano da roma le persone del nord. conosco tutti i negozi, i chioschi dei giornali, gli squallidi chef express che sono incastonati </span><span style="font-size:85%;">molto poco discretamente </span><span style="font-size:85%;">nella vecchia struttura. addirittura ripeto mentalmente i jingle degli stacchetti pubblicitari in onda a ripetizione. mi chiedo come facciano quelli che lavorano lì a non impazzire. insomma, è un posto che suggerisce solo monotonia, stanchezza, tristezza per la separazione imminente, e la gioia per l'atteso arrivo verrà comunque assaporata altrove, nel bel mezzo della città, lontano da quei binari che sono il segno grafico della separazione e dell'abbandono. la desolazione secca di una stazione ferroviaria è solo riscattata da un fugace momento, che assaporo ogni volta: quando il tabellone degli arrivi, con uno scatto improvviso, impercettibile, segnala finalmente il binario del treno che si sta aspettando con tanta ansia. quel click lo avverto sempre con un sincronizzato e sublime piccolo brivido.<br /><br /><span style="font-style: italic;">(a silvia, il mio brivido sublime)</span></span><br /></div>Alessandro Clementehttp://www.blogger.com/profile/16923513943561916867noreply@blogger.com13tag:blogger.com,1999:blog-3122915658186318448.post-41374624405657314312011-02-15T00:08:00.002+08:002011-02-15T00:16:20.104+08:00cose perdute<div style="text-align: justify; font-family: arial; color: rgb(102, 102, 102);"><span style="font-size:85%;">da un po' di tempo mi stanno capitando molte cose belle, un po' per fortuna e un po' per abilità. ogni giornata è illuminata da qualcosa di cui andare fieri o essere estremamente soddisfatti. l'unica zona d'ombra in tutto questo è la consapevolezza che mio padre non abbia potuto partecipare e che si sia perso tutto. essendo profondamente convinto che lui non continui ad esistere in nessun grado di coscienza ultraterrena, mi consolo con la certezza che mio padre, tutte queste cose straordinarie che mi stanno capitando, le aveva già immaginate.<br /></span></div>Alessandro Clementehttp://www.blogger.com/profile/16923513943561916867noreply@blogger.com5tag:blogger.com,1999:blog-3122915658186318448.post-59034002151481941772011-01-05T23:13:00.003+08:002011-01-05T23:48:07.432+08:00il fratello<div style="text-align: justify; color: rgb(102, 102, 102);font-family:arial;"><span style="font-size:85%;">è il fratello maggiore di una delle più grandi stelle sportive, ma da ragazzini era lui l'idolo. giocava con il 46 e, una volta diventato giocatore professionista, il glorioso fratello avrebbe scelto il 23 perchè riteneva di valere la metà. per dire che il cavallo vincente su cui si poteva puntare tutto era proprio lui. poi crescendo si imboccano dei sentieri imprevisti, lontani da quel percorso di luce che tutti pronosticavano. spesso non c'è un motivo particolare: un po' per sfortuna, un po' per indolenza. mai per vera incapacità. invece l'altro brucia tutte le tappe e arriva dove nessun altro nel suo sport è mai più arrivato. la star vola, vince, sbalordisce ed il fratello esulta genuinamente, saltando sulle tribune ad ogni giocata strabiliante, ad ogni punto. solo un piccolo istante di rimpianto, ingoiato in fretta. allora si risiede più lentamente, indugiando un po' in piedi e osservando tutta la folla che ha un unico sguardo fisso, immobile sul campo di gioco.<br /></span></div>Alessandro Clementehttp://www.blogger.com/profile/16923513943561916867noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-3122915658186318448.post-7914200218756907382010-12-28T16:14:00.002+08:002010-12-28T16:24:37.391+08:00forgotten people<div style="text-align: justify; color: rgb(102, 102, 102); font-family: arial;"><span style="font-size:85%;">Ci sono dei personaggi storici o di fantasia che partecipano fugacemente ad eventi fondamentali ma poi fanno perdere le loro tracce per sempre. Un minuto dopo che l'occhio di bue si sposta da un'altra parte, della loro sorte, dei loro dispiaceri, delle loro passioni, non si sa più nulla. Mi vengono in mente alcuni esempi: Sancho Panza dopo la morte di Don Chisciotte chi ha seguito? E San Giuseppe? E' tornato a vendere panche e cassettoni? E quello biondo degli 883? Dispersi. Ma c'è una figura che mi suscita da sempre ansia e preoccupazione: Lazzaro. Dopo il brevissimo periodo di fama, Lazzaro scompare dalle cronache bibliche. Probabilmente non è ancora morto, perchè Gesù lo ha riportato in vita ma si è poi dimenticato di farlo morire di nuovo, preso dalle sue vicende personali più urgenti. Me lo immagino vagare in giro per il Medio Oriente, ormai più che bimillenario, sperduto e angosciato, supplicando qualcuno che lo faccia morire. So che ci sono tanti casini che sconvolgono quella infelice zona della Terra, ma un appello che non può essere più rimandato è quello di dar pace a quel povero disgraziato. Qualcuno uccida Lazzaro!<br /></span></div>Alessandro Clementehttp://www.blogger.com/profile/16923513943561916867noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-3122915658186318448.post-19161363705522877242010-12-21T16:46:00.002+08:002010-12-21T17:00:56.831+08:00scrivo per lei<div style="text-align: justify; color: rgb(102, 102, 102); font-family: arial;"><span style="font-size:85%;">conoscevo una cara persona, morta in età avanzatissima, che era semianalfabeta sebbene il suo fiero contegno incuteva rispetto anche nelle persone molto istruite, e la sua dignità relegava la scarsa scolarizzazione a rango di dettaglio trascurabile. eppure, ora che non c'è più, immagino quante volte la sua complessa personalità si sia trovata nell'imbarazzo di esprimersi, di trovare la giusta sequenza di parole (dette o scritte) per districare il gomitolo di sensazioni emotive, perchè si sa che le parole astraggono l'inesplicabile, lo rendono fruibile e condivisibile e avvicinano le persone. conosco molto della vita e della storia di questa persona (era mia nonna) e mi piacerebbe un giorno cercare, per quanto possibile, di ricreare gli affanni, le speranze, le gioie, le disperazioni che ha vissuto, e dare a tutto ciò una struttura elaborata, una possibilità che la vita non le ha proprio potuto concedere.<br /></span></div>Alessandro Clementehttp://www.blogger.com/profile/16923513943561916867noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-3122915658186318448.post-82348223239805862152010-12-13T20:43:00.003+08:002010-12-13T21:09:13.038+08:00improbabili digressioni<div style="text-align: justify;"><span style="color: rgb(102, 102, 102);font-size:85%;" ><span style="font-family: arial;">1. Leonardo da Vinci aveva precorso anche il sudoku.</span></span><br /><br /><span style="color: rgb(102, 102, 102);font-size:85%;" ><span style="font-family: arial;">2. In forse la partecipazione a Sanremo di Liu Xiaobo. Non come valletta almeno.</span></span><br /><br /><span style="color: rgb(102, 102, 102);font-size:85%;" ><span style="font-family: arial;">3. Elvis fa sapere che un paio di lifting ed è pronto a tornare.</span></span><br /><br /><span style="color: rgb(102, 102, 102);font-size:85%;" ><span style="font-family: arial;">4. Per coerenza Jovanotti ha il citofono stonato.</span></span><br /><br /><span style="color: rgb(102, 102, 102);font-size:85%;" ><span style="font-family: arial;">5. L'ammazzacaffè agisce ancora indisturbato.</span></span><br /><br /><span style="color: rgb(102, 102, 102);font-size:85%;" ><span style="font-family: arial;">6. Mettere acqua effervescente naturale nelle acquesantiere delle chiese è empietà?</span></span><br /><br /><span style="color: rgb(102, 102, 102);font-size:85%;" ><span style="font-family: arial;">7. Per resistere al richiamo delle sirene, a Ulisse bastava immaginarsele in bagno.</span></span><br /><br /><span style="color: rgb(102, 102, 102);font-size:85%;" ><span style="font-family: arial;">8. Di questo passo dove andremo a finire? Sicuramente non a Grosseto.</span></span><br /><br /><span style="color: rgb(102, 102, 102);font-size:85%;" ><span style="font-family: arial;">9. L'evoluzione dei costumi coinvolge sempre anche la moda. Tra trent'anni i preti porteranno la minigonna.</span></span><br /><br /><span style="color: rgb(102, 102, 102);font-size:85%;" ><span style="font-family: arial;">10. Parla un olandese e ti vien voglia di praticargli la manovra di Heimlich.</span></span><br /><br /><span style="color: rgb(102, 102, 102);font-size:85%;" ><span style="font-family: arial;">11. La prima manovra di Heimlich fu compiuta da Heimlich su se stesso.</span></span><br /><br /><span style="color: rgb(102, 102, 102);font-size:85%;" ><span style="font-family: arial;">12. L'italiano è una lingua stronza. Perchè gli abitanti della Prussia non si chiamano prussi?</span></span></div>Alessandro Clementehttp://www.blogger.com/profile/16923513943561916867noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-3122915658186318448.post-50349572498603531102010-12-13T16:43:00.003+08:002010-12-13T16:58:14.036+08:00Figurine<div style="text-align: justify; color: rgb(102, 102, 102);"><span style="font-size:85%;"><span style="font-family: arial;">Mia madre ha inventato lo spam molto tempo prima della diffusione dei pc. E' una fervente devota di Padrepio (che si scrive, pronuncia e invoca tutto attaccato) e da sempre ha cercato di instradarmi verso il culto di questo frate così popolare e amato. La mia ferma ma gentile opposizione non la scoraggiava, ma le dava l'opportunità di diversificare i metodi per redimermi. Il più utilizzato era l'inserimento furtivo di santini del padre all'interno dei miei oggetti personali. Nulla sfuggiva al primo serio tentativo di spam della storia: i calzini, i libri scolastici, il barattolo di nutella... in qualsiasi momento il volto sofferente e le stimmate di Padrepio potevano comparirmi davanti all'improvviso, con la speranza che l'apparizione cospargesse di santità il mio riottoso ateismo. Sopportavo con cristiana rassegnazione tutto ciò, fino a quando l'ubiquo padre non apparve anche nel mio album dei calciatori Panini, un sancta santorum per ogni bambino, un territorio intimo a cui nessuno, neanche mia madre, poteva avere accesso libero. Non volevo inveire contro di lei, dovevo meditare una rivincita. Allora mi procurai un barattolo di coccoina, ne spalmai un bel po' nel retro del santino e fu così che per tutto il campionato '83-'84, la Cremonese schierò Padrepio all'ala.</span></span><br /></div>Alessandro Clementehttp://www.blogger.com/profile/16923513943561916867noreply@blogger.com6tag:blogger.com,1999:blog-3122915658186318448.post-87791513512656457972010-11-11T16:38:00.004+08:002010-11-11T17:30:26.592+08:00sì, plagiare<div style="text-align: justify; color: rgb(102, 102, 102);font-family:arial;"><span style="font-size:85%;">CLAMOROSO: BATTISTI COPIAVA I TESTI DELLE SUE CANZONI DA UN TALE MOGOL!<br /><br />Dopo il caso Benigni-Spinoza, ennesimo scoop del quotidiano baluardo della libertà di informazione, il Giornale. Dopo accurate ricerche giornalistiche è stato scoperto che uno dei massimi esponenti della musica leggera italiana, Lucio Battisti, copiava i suoi testi. Il saccheggiato sarebbe un certo Giulio Rapetti, detto Mogol, soprannome che compariva nei crediti di tutte le canzoni di Battisti, e che per decenni è stato interpretato come il grado raggiunto da Battisti nelle giovani marmotte. Grande è stata l'indignazione dei seguaci dell'ugola di Poggio Bustone, la cui memoria è definitivamente sporcata da questo continuo ricorso al plagio. A nulla sono valse le dichiarazioni del signor Mogol per scagionarlo: "Eravamo d'accordo fin dai tempi di 'Emozioni'. Lui rimorchiava le ragazze, io gli scrivevo testi struggenti quando loro lo tradivano... con me". Continua l'oscuro paroliere "a volte andavo perfino ai suoi concerti e un paio di volte sono riuscito persino a farmi fare l'autografo sul gesso che ho messo dopo che gli avevo sottratto anche Linda". Il quotidiano di Feltri è riuscito a smascherare un altro simbolo dell'egemonia culturale della sinistra, prontissimo a gettar fango su Berlusconi con profetiche canzoni provocatorie come "Dieci ragazze per me". Nel mirino anche Guccini, Renato Rascel, Cochi (senza Renato), i Matia Bazar e Amedeo Minghi.</span></div>Alessandro Clementehttp://www.blogger.com/profile/16923513943561916867noreply@blogger.com5tag:blogger.com,1999:blog-3122915658186318448.post-14550768323351054252010-11-08T02:56:00.002+08:002010-11-08T03:04:27.346+08:00inverno<div style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial;font-size:85%;" ><span style="color: rgb(102, 102, 102);">Preferisco l'inverno all'estate per molti motivi, alcuni banali, altri più sostanziosi. Stamattina ne ho aggiunto uno ulteriore, a cui sinceramente non avevo mai pensato. Ero nel letto con la mia compagna, stiracchiandoci lentamente come se potessimo prolungare così la domenica mattina, che di solito finisce subito. Ad un certo punto lei si è lamentata di avere freddo. Fossimo stati in luglio o in agosto, sarebbe stata infastidita dal caldo, si sarebbe girata, lontano il più possibile dal calore del mio corpo, protesa verso la finestra. Invece oggi ha detto "ho freddo", si è rannicchiata contro di me, cercando il sollievo del corpo caldo e io ho potuto darle conforto, protezione, affetto, come solo in inverno si può fare.</span></span><br /></div>Alessandro Clementehttp://www.blogger.com/profile/16923513943561916867noreply@blogger.com8