lunedì 15 marzo 2010

insonnia

Poi c'era la storia di quel ragazzino che di notte non riusciva a dormire e perciò era costretto a pensare. I suoi arabeschi mentali diventavano grovigli, troppo arruffati per la sua giovanissima età. Serviranno molti anni per sbrogliarne alcuni, anche se il rischio che, con l'età adulta, si creassero nuove e più insidiose matasse era quasi una certezza. Tra le sue più ricorrenti fantasie c'era l'interrogativo su dove fosse in quel momento la persona con cui avrebbe condiviso la parte più bella della sua esistenza. Ne immaginava il viso. Ma sebbene fosse uno sforzo vano, cercava di generare ogni possibile combinazione di nasi, occhi, capelli... Non dormiva anche lei? O era troppo piccola per essere desta a quell'ora? E se non fosse neanche nata? Sapeva, steso con gli occhi fissi sul soffitto buio, che questa curiosità sarebbe rimasta infruttuosa per decenni, ma giurò di portarsela dietro, silenziosa in un angolo della memoria, certo che un giorno se ne sarebbe ricordato e che l'avrebbe raccontata, in un'altra notte insonne, guardando negli occhi la persona che aveva già immaginato.

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