martedì 19 gennaio 2010

il sospetto

Ho il sospetto che non era questa la vita che desideravo. Sono arrivata a più di 80 anni e neanche ne sono certa del tutto. Quando ci si può sentire esperti abbastanza per poter tracciare una verità assoluta su se stessi? Non mi sento di aver vissuto una vita vana, ma non ho la sensazione di potermene andare con un sorriso. Sarebbe un capolavoro finire lasciando a chi resta un'immagine serena. Non mi sarà possibile, purtroppo. Apparentemente potrei essere la donna più invidiata del mondo, addirittura dell'intera storia, eppure gli agi e i privilegi hanno coperto la mia fragilità. Sono rimasta poche volte completamente da sola da quando sono nata, e molte volte ho urlato, badando che nessuno mi sentisse. Non riuscivo a piangere, si sarebbero visti gli occhi rossi e gonfi, e, mio Dio, sarebbe stato uno scandalo. Però potevo strillare, con i gli occhi chiusi e i pugni serrati. Adesso non ho più le forze, ne uscirebbero delle urla stanche e poco rappresentative del tormento che invece è ancora giovane e possente. In quei pochi istanti in cui tutto il mondo è dietro la porta, guardo il vuoto e vorrei gridare. Poi alla fine mi faccio forza, mi sistemo la corona in testa ed esco dalla stanza.

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