giovedì 4 febbraio 2010

polonia

Sabato pomeriggio di svacco. Guardo uno di quei programmi sui viaggi che hanno come messaggio essenziale "statevene pure comodi a casa, viaggiamo noi per conto vostro". Si parla di spettacolari sortite in Polonia. Non ho mai riflettuto abbastanza su questa panciuta nazione appollaiata lassù in alto. Cerco qualche informazione integrativa su internet e scopro che:
"La Polonia è la più grande produttrice di cattolici e di patate, cattoliche anch'esse. Storicamente la sua posizione geografica ha procurato numerosi svantaggi, in quanto confina con due stati come Germania e Russia. Un po' come se alle elementari vi avessero messo nel banco tra Tyson e Bin Laden. Il paese, pur facendo parte del patto di Varsavia, ha sempre conservato una notevolissima connotazione cattolica, salvaguardando sempre questo instabile equilibrio. Nella cittadina di Szrszcwoscz fu innalzata una statua di Stalin col vestito della prima comunione, le suore polacche indossavano il colbacco al posto del velo e il 1° maggio per le parate militari sfilavano i boy scout. In questi ultimi anni l'orgoglio nazionale polacco si è coagulato attorno alla figura di Giovanni Paolo II. Solo a Varsavia a lui sono dedicate 22 vie, 16 piazze, 46 scuole, 2 stadi, 15 teatri, 6 locali di lapdance... i postini, scoraggiati, lasciano tutte le lettere davanti alla cattedrale e i cittadini vanno a ritirarsele da soli." E' deciso: la prossima estate la passerò in Polonia!

6 commenti:

  1. Ma sì! Un bel tour dell'europa dell'est prima o poi lo faccio anch'io. Con la Cecoslovacchia e la Jugoslavia... Quando vado io torneranno unite semplificando enormemente lo studio della geografia ai nostri nipoti... Ah, già non la studieranno più...

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  2. Io, la mia vita, era senza Polonia.
    Senza Polonia e senza canonico rispetto per il periodo, a quanto pare, ma meglio.
    Io, la mia vita era bella bella.
    Io, adesso c'è la Polonia, ed è bellissima.
    Ambodue, vita e Polonia.
    Grazie

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  3. POLONIAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!!!!!!!

    (questo è l'autentico grido di Braveheart alla fine del film, censurato al pubblico italico per un complotto pluto-ghiniano-massonico )

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