martedì 9 febbraio 2010

la goccia

Verso dell'acqua in un bicchiere. Fino quasi all'orlo. Mi fermo e penso fino a dove posso riempirlo, per cui procedo con cautela ad aggiungere altro liquido. Il livello è quasi al limite, percepisco la forza delle molecole aggrappate l'un l'altra per evitare l'imbarazzo della caduta. Adesso una goccia per volta per vedere fin dove la tensione della superficie può reggere. Un'altra. Un'altra. Finalmente quest'ultima rompe l'equilibrio e il contenuto del bicchiere trabocca arrendevole. So che la goccia è ritenuta l'unica responsabile del danno dal resto dell'acqua. In un primo momento non si potrebbe non condividere. Poi rifletto e considero che la colpa potrebbe essere soprattutto del recipiente, non abbastanza capiente da raccogliere un'ulteriore goccia. O di tutte le altre gocce, la cui somma ha portato il livello fino a quel punto. Oppure della stessa natura dell'acqua, così flebile nei legami. Infine considero anche l'ipotesi che la colpa di tutto potrebbe essere mia, per aver ordito un gioco così inutile eppure così crudele.

3 commenti:

  1. lo dico sempre io: molto meglio quando l'acqua è allo stato solido... hihihi...

    RispondiElimina
  2. E se la colpa fosse dell'acqua e della sua pnmmb di tensione superficiale? Chi le ha chiesto di resistere fino a quel punto?

    Se mollava alla prima molecola che superava il livello del bicchiere tu ti saresti fermato molte gocce prima!

    RispondiElimina