lunedì 28 dicembre 2009

metamorfosi (I)

In una fredda mattina d'inverno lo scarafaggio G. si risvegliò bruscamente trasformato in un uomo. La coscienza del mutamento non lo assalì all'improvviso, ma arrivò a piccole ondate successive, aumentando man mano il senso d'angoscia e di disperata sorpresa. Laddove era sempre esistito un addome liscio, comparve un molle e rigonfio stomaco coperto di una peluria fitta e scura. G. si tastò con repulsione e cautela, ma solo con ritardo si rese conto che non erano le sue zampe, delicate e affusolate, a fare ciò, ma due robusti arti. Non avendo mai avuto dimestichezza nel muoverle, G. mulinava le nuove membra con goffaggine e le dirigeva su quel corpo estraneo che adesso gli apparteneva. Scoprì anche cinque propaggini per ogni estremità, che si muovevano in maniera disordinata ed oscena. Con queste sondava tutte le zone che riusciva a raggiungere, operazione che gli accresceva il senso di disgusto. Quando si accorse che un enorme massa dura, tondeggiante, troneggiava al posto del suo vecchio capo, G. si ritrovò ad emettere un urlo prolungato che esplose straziante nell'aria e che lo scosse a morte quando seppe che quel suono proveniva da lui stesso. Il grido lancinante richiamò i familiari di G. Subito alla vista dello strano corpo, gli scarafaggi arretrarono in preda alla più profonda paura. Da quell'istante G. e i suoi parenti furono divisi inesorabilmente da un muro di reciproco terrore, pur se erano accomunati dallo stesso senso di impotenza. Un fenomeno improvviso ed inspiegabile capitò nelle loro esistenze e dovettero averci a che fare da allora e per sempre. I primi periodi rivelarono un atteggiamento di timore dei parenti, incerti su come comportarsi. Dal canto suo, G. restava sempre immobile e titubava ad abbandonare la posizione in cui si era ritrovato dopo il tragico risveglio. Col passare dei giorni la presenza del nuovo corpo diventò dapprima tollerata, poi pian piano avvertita meno, infine completamente ignorata. La situazione proseguì immutata per numerosi anni, finché G. fu ritrovato privo di vita in una fredda mattina d'inverno.

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