al tempo in cui gli attori erano divi, lui era un divo. i suoi tratti marcati si potevano distinguere ovunque, sui cartelloni, al cinema e in tutti quegli altri luoghi dove la gioventù e la bellezza paiono essere eterne. all'epoca non aveva tempo per pensare ad invecchiare e quando avvenne fu in un colpo solo, dopo che la fama traslocò su altri volti. adesso girava anonimo per la città e ogni sguardo incrociato era accompagnato dal dubbioso desiderio che l'avessero riconosciuto. ma al passato non ci badava più di quanto fosse sopportabile. era come se la giovinezza fosse parte della recita e, finita la scena, non restava che chiudersi in camerino e togliersi il cerone con movimenti lenti e accurati. il suo ultimo camerino era il dignitoso bagno della sua casa in un quartiere una volta distinto. amava restare a lungo chiuso là dentro, perfino delle ore. usciva dalla doccia, con il vapore che aggrediva le pareti. da una giusta distanza si guardava allo specchio, indugiando su quei particolari fisici che non aveva ancora mai notato. si voltava un po' a destra, un po' a sinistra, sempre di tre quarti, come se fosse ancora pienamente padrone della postura, del gesto. poi nuovamente immobile di fronte allo specchio coperto dal vapore. ogni tanto qualche goccia scivolava lenta sulla superficie, dando l'impercettibile impressione di un pianto sommesso.
La pupa e il secchione
2 mesi fa
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